60 ANNI DEI THE WHO IN MOSTRA A PIACENZA

Avete presente il detto “nella botte piccola c’è il vino buono”?

A Piacenza, fino al 5 novembre 2023, gli appassionato della formazione The Who, troveranno qualche rarità esposta in un piccolo spazio allestito nella centralissima Galleria Biffi Arte (Via Chiapponi, 39 – ingresso libero) dove è in corso la mostra THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 anni di The Who a cura della giornalista e scrittrice Eleonora Bagarotti.

Se siete di passaggio da Piacenza o abitate nel paraggi vi consiglio una visita, per poi godersi l’ora del tramonto in città passeggiando tra librerie, negozi (c’è anche un ottimo negozio di dischi) e piazze, finendo per sorseggiare un drink in un locale del centro. Visto che la mostra ha l’ambizione di diventare itinerante, ho pensato di lasciarvi traccia del nostro passaggio, così potrete valutare meglio se fa al caso vostro!

 

LA MOSTRA OMAGGIA I 60ANNI DI ATTIVITA’ DEGLI WHO

Foto di Gloria Annovi

“See Me-Feel Me” di Silvia Rastelli, grafite e acrilico su legno di pioppo (foto di Gloria Annovi)

La mostra “THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 anni di The Who” vuole omaggiare una delle più grandi band rock and roll di tutti i tempi ripercorrendo i momenti più significativi di questi 60 anni di carriera (che cadranno, per la precisione, nel 2024). L’esposizione alla Galleria Biffi Arte di Piacenza offre in anteprima un percorso di immagini inedite e ufficiali concesse dai fotografi e dalla stessa band, arricchito da riviste, oggetti da collezione e curiosità.  L’ultima parte dell’esposizione è invece dedicata ad alcune opere realizzate da artisti contemporanei, espressamente realizzate per la mostra, uniti dall’amore per gli Who e per la loro musica: Marco Botti, Francesco Cabras, Francesco Cervelli, Andrea Clanetti, Gianluigi Colin, Mauro Di Silvestre, Matt Dillon, Danilo Filios, Maria Assunta Karini e Francesco Paolo Paladino, Francesca Orelli, Silvia Rastelli, Natalia Resmini, Corrado Sassi, Scimon e Kosmo Vinyl. Presente in mostra anche il catalogo in doppia lingua (italiano e inglese) con alcune immagini esclusive del gruppo e delle opere artistiche con testi, analisi e racconti. Ma andiamo per ordine!

LA VESPA DI QUADROPHENIA

VESPA QUADROPHENIA

Foto di Gloria Annovi

Entrando si viene accolti da una vera chicca, che si trova al piano terra della Galleria e che si vede anche esposta in vetrina: una Vespa usata per le riprese di Quadrophenia, il film di Franc Roddam che a fine anni Settanta conquistò un’intera generazione di rockers e mods. Tratto dall’omonimo album, della band del 1973, racconta della storia di Jimmy, membro di una banda di mod. La Vespa 150 Gs Douglas era di proprietà di Sir William Drake (Bill), uno dei più grandi appassionati e collezionisti di Vespa del Regno Unito, che la acquistò nel 1960 e che venne venduta all’asta dopo la sua scomparsa. E’ davvero bellissima e conserva ancora la targa originale e documenti di immatricolazione del tempo. Nel film era quella usata dal personaggio Pete Frenton, che la guida mentre se ne va conStephen dalla festa di Kitchener Road. In mostra c’è una nota che vi spiegherà tutta la storia anche della diatriba tra il proprietario e la produzione. Ma questo è solo un pezzo dei tanti che potrete vedere in mostra, divisa su due piani.

mostra the who

uno scorcio della mostra foto di Gloria Annovi

A pochi passi dalla mitica Vespa anche il flipper che si trovava nello studio di registrazione Ramport Studios, Battersea, Londra, dove incisero “Quadrophenia”. L’esposizione è piccina ma ripercorre molti momenti salienti della lunga carriera della formazione inglese, compresi quelli che hanno toccato il nostro bel paese.

 

IL TRITTICO DI MATT DILLION

Il trittico di Dillon, foto di Gloria Annovi

Il trittico di Dillon, foto di Gloria Annovi

Tra esposizione di foto e immagigi d’epoca, si scende poi in una stanza sotterranea, dove troviamo la parte più corposa della mostra, dove è esposto anche un trittico di Matt Dillon, che ricordiamo è nominato nel brano del 1985 intitolato “after the fire”, scritto da Townshend e registrato dapprima da Roger Daltrey e poi proposto da Pete e dagli Who in alcuni live. Il quadro di Dillon, grande appassionato di musica e fan degli Who, si chiama “Happy Jack” ed è una matita e olio su tela, che omaggia il suo inquieto personaggio in “Rusty il selvaggio”, che soffre per l’abbandono della madre, l’alcolismo del padre e la malattia del fratello. Vi ricorda qualcuno Rusty? Immagino che anche voi avrete pensato al protagonista del film Quadrophenia, il fragile Tommy.

CHE CLASSE JOHN ENTWISTLE

camicia John Entwistle Foto di Gloria Annovi

Foto di Gloria Annovi

In mostra ci sono foto, memorabilia, quadri e anche quattro fotografie del 1972 che ripercorrono il tour romano dei The Who. Ho immortalato persino una delle numerose camicie colorate ed inglesissime di John Entwistle, potente bassista noto per la sua aplomb british. Accanto anche l’armonica usata da Roger Daltrey per il tour di Quadrophenia del 1973.

mostra the who

foto di Gloria Annovi

 

ESPOSIZIONE GRATUITA

lou

Lou

Vi basterà una trentina di minuti massimo per visitare tutta l’esposizione, che vede anche riviste e videoclip a disposizione dei fans. Io ci ho portato persino la mia cagnolina Lou, visto che da Biffi i nostri amici a quattrozampe sono i benvenuti! La mostra è aperta sino al prossimo 5 novembre e i proventi dalla vendita del catalogo andranno a favore del Teenage Cancer Trust, progetto benefico sostenuto dalla band, per la lotta al cancro.

 GALLERIA BIFFI

biffiarte.it

Orari apertura THE KIDS ARE ALRIGHT – 60 anni di The Who

Fino al 30 ottobre:

martedì- mercoledì-venerdì-sabato dalle 10.30 alle 19.30

lunedì-giovedì-domenica chiuso

Dal 1 novembre:

lunedì-domenica chiuso

martedì- mercoledì-venerdì-sabato dalle 10.30 alle 19.30
giovedì dalle 10.30 alle 12.30

 

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Author: Gloria Annovi

Giornalista pubblicista. Adoro cucinare ascoltando John Coltrane, colleziono cappelli e ho un debole per la decade degli anni Sessanta e Settanta, a cui mi ispiro nell’abbigliamento. Già speaker radiofonica, mi dedico alla musica e alla scrittura da diversi anni. La mia valigia? Grande e 'tappezzata' da adesivi rock

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