New York: i luoghi di Lou Reed e dei Velvet (parte 1)

Ripercorrere i luoghi legati alla vita e alle canzoni dei primi Velvet Underground non è così semplice. New York dalla metà anni Sessanta è cambiata molto e velocemente. Continua tutt’oggi ad essere una metropoli in fermento e luoghi mitici come il celebre Chelsea Hotel o il Cafè Bizare hanno fondamentalmente finito di esistere, non solo nel momento in cui sono stati chiusi, ma nell’istante in cui le vite di chi li ha resi famosi hanno preso una direzione differente.  Ogni angolo di New York potrà comunque continuare a ricordarvi i Velvet e Lou Reed se sarete in grado di spegnere le sue ‘sfavillanti’ luci e di guardare le sue ombre, di ascoltare le voci di chi abita le zone più degradate e di ricordare che in fondo, la Grande Mela, resta una città dove negli scantinati dei più lussosi hotel, i fattorini rincorrono ancora i topi per farli uscire dalla porta di servizio

Lou

Lou

Eccovi allora qulche indirizzo (underground e non) per iniziare un viaggio nel tempo e guardare New York con gli occhi di Lou.

 

ALLOGGIARE VICINO ALL’UNIVERSITA’ DI LOU REED

Lou Reed and Garland Jeffreys, Syracuse University, 1962

Lou Reed and Garland Jeffreys, Syracuse University, 1962

Difficilmente se sarete in viaggio verso New York alloggerete a Syracuse (stato di NY), città che omaggia nel nome l’italianissima Siracusa. Ma se siete fans di Lou Reed saprete che è qui che nei primi anni Sessanta il cantante ha deciso di dedicarsi agli studi. Era già un giovane ribelle che sentiva l’urgenza di staccarsi da una famiglia ebrea medio borghese, che opprimeva la sua voglia di fare arte, musica e la sua sessualità. Alla Syracure University Reed conosce Sterling Morrison, futuro membro dei Velvet Underground, e insieme hanno modo di approcciarsi alla musica live. Tengono persino un concerto tra queste mura e la prima canzone suonata in pubblico è “It’s gonna work out fine” di Ike e Tina Turner. Ed è sempre qui che Lou Reed pubblica il suo primo racconto breve e si fidanza con la compagna di corso Shelly, a cui dedicherà uno dei suoi primi successi “I’ll be your mirror”. Se passate da questa città, magari per l’annuale fiera (New York State Fair) potreste alloggiare proprio presso l’Hotel ubicato nel polo universitario, il lussoso quanto confortevole Sheraton Syracure University Hotel (801 University Ave). Non propiamente una tappa rock ma certo un suggestivo passaggio nei luoghi vissuti dal vostro beniamino

 

LA PRIMA CASA DEI VELVET

Fabbricato al 56 di Ludlow Street ph by http://www.urbanedgeny.com/

Fabbricato al 56 di Ludlow Street ph by http://www.urbanedgeny.com/

Una volta trasferitosi a New York e conosciuto John Cale, Lou Reed condivise con l’amico  un appartamento ubicato al 56 di Ludlow Street (Lower East Side), dove registrarono anche il primo demo dei Velvet.  Ma sarà solo nel 1965, anno in cui si formò il gruppo dei Velvet Underground, che Lou, John, Sterling Morrison e l’ex vicino di casa Angus MacLise si trasferiranno al 450 di Grand Street, in un piccolo appartamento non riscaldato dell’ East Side. Serviva salire ben 90 gradini per trovarli al lavoro, intenti a scrivere e suonare rock, immersi con i pensieri tra i fumi dell’incenso che tanto amava MacLise. L’appartamento aveva 7 stanze e i membri per un periodo ospitarono anche il regista Piero Heliczer, con cui ebbero modo di collaborare per le loro performance. New York era completamente diversa allora: nella zona dell’East Side c’erano molte case malfamate e poco accoglienti e il Bowery non era ancora il Bowery… Non lontano dalla ‘dimora’ dei Velvet oggi, risiede invece la sede di uno dei musei di arte contemporanea più famosi d’America, il New Museum (235 Bowery) : vi consigliamo una visita se passate da queste parti! Guardatevi comunque intorno mentre passeggiate per l’East Side: noterete anche dei graffiti dedicati a Lou. Se cercate musica live invece vi consigliamo una puntata al locale Piano (158 Ludlow St) un ex negozio di pianoforti che ha mantenuto inalterata l’insegna ma che offre buon cibo e musica live a tutti gli orari. Dotato di due aree live è in grado di offrire sia concerti acustici che elettrici dei più svariati generi musicali (punk, rock, jazz).

 

LA ZONA PREFERITA DAI VELVET? 

The Dome

The Dome

Sicuramente la risposta è il Village! E’ qui che Lou incontrò per caso Sterling Morrison , dopo averlo perso di vista conclusa l’università. Ed è Morrison che lo invitò a salire nel suo appartamento (che diventerà quello dei Velvet) per parlare di musica e di progetti da portare avanti insieme. Nacquero così i The Warlocks, che poi diventeranno i The Falling Spikes. Si dice che il nome Velvet Underground fu suggerito invece da Tony Conrad, ispirato dal titolo di un libro che trovò ad un mercatino in Times Square. Ed è sempre nel Greenwich Village che al 106 West 3 th Street, sorgeva il Cafè Bizarre, locale chiave per la storia a venire della band. I Velvet ebbero ebbero infatti qui il loro primo ingaggio,  era il  1965 e dovevano suonare ogni sera per 5 giorni a settimana (40 minuti). La scaletta prevedeva pezzi inediti e cover R&B ma già nei live si sentiva la cupa “Black Angel’s Death Song”, che la propietaria odiava. Astutamente i Velvet usarono questo brano come apertura al live del 30 dicembre 1965. Volevano farsi licenziare e ci riuscirono. Fu poi Andy Warhol ad adottarli da quel momento…

Si trovava sempre nel Village (St Marks Palce) il locale The Dom (al civico 23 di St Marks Place), un night club, dove nel 1966 ebbe inizio il tour americano “Exploding Plastic Inevitable” dei Velvet e Nico, un mix di musica live, ballo e proiezioni ad apoera di Andy. St. Marks Palce è una zona consigliata se amate il vintage, ci sono interessanti negozietti di abbigliamento usato e dischi (anche affari da 2$), compreso il famoso Search&Destroy(25 St Marks Palce) che vende abbigliamento usato molto rock! Si trova a due passi (1 civico di differenza) da dove sorgeva il Dom. Infine, per la notte, cercate il Lit Lounge (93 Second Ave) dove c’è sempre un’ottima proposta di musica live rock, originale e inedita (non si cena).

UNA FACTORY D’ARGENTO

La Factory

La Factory

Impossibile non citare la famosissima Factory di Andy Warhol, che allora si trovava al 231 East 47th Street. Oggi purtroppo al suo posto c’è un parcheggio ma a metà anni Sessanta questo covo di artisti fu anche la seconda casa dei Velvet Underground. Si dice che il colore che predominava fosse l’argento e che la canzone Walk on the Wild Side di Lou Reed nacque osservando i comportamenti originali degli hipster che la frequentavano.  Restò aperta dal 1963 al 1968. Altro ritrovo di Andy e dei suoi protetti era il Chelsea Hotel e tra le sue mura fu girato anche il film “Chelsea Girls” (1966) con le musiche dei Velvet. Come in molti sanno oggi le sue porte sono chiuse ma resta ancora l’insegna luminosa a ricordare quegli anni di stelle e lustrini factoriani

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Author: Gloria Annovi

Giornalista pubblicista. Adoro cucinare ascoltando John Coltrane, colleziono cappelli e ho un debole per la decade degli anni Sessanta e Settanta, a cui mi ispiro nell’abbigliamento. Già speaker radiofonica, mi dedico alla musica e alla scrittura da diversi anni. La mia valigia? Grande e 'tappezzata' da adesivi rock

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