Chelsea Hotel: una casa per Patti Smith un nido d’amore per Leonard Cohen

Progettato dall’architetto Phiip Hubert venne costruito tra il 1883 e il 1885, il Chelsea Hotel è stato attualemnte ristrutturato e verrà riaperto nel 2017 dopo ben 4 anni di chiusura. La nostra recensione risale al 2009

———————————————————————————————————————

Se aveste bussato alla camera numero 204, al civico 222 di West 23rd Street( Manhattan) nel 1970, ad aprirvi la porta di una piccola camera ci sarebbero stati Patti Smith e Robert Mapplethorpe.

Facciata del Chelsea

Facciata del Chelsea

Magrissimi, con i loro amuleti al collo; lei pronta per uscire con addosso il suo trench grigio e un cappello ‘alla Majakovskij’ (diceva lei). Lui bellissimo, intento a sistemare le sue fotografie, speranzoso di poterle mostrare un giorno al già celebre Andy Warhol.

Entrata del Chelsea

Entrata del Chelsea

Entrare al Chelsea Hotel (tra la Seven e l’Eight Avenue, vicino a Chelsea) è un’ esperienza indescrivibile, almeno per chi ama la musica come noi. Chi ha scelto di passarci anche solo una notte lo ha fatto, non per riposare in una comoda e spaziosa stanza d’hotel, ma per entrare nella vita di Bob Dylan, che qui ha scritto ‘Sad Eyed Lady Of The Lowlands’ e ‘Sara’. O per immaginare come fosse stato l’incontro amoroso tra Leonard Cohen e Janis Joplin, che sempre in una di queste camere hanno consumato una breve storia di sesso e amore poi raccontata in Chelsea Hotel #2.

La nostra camera da letto

La nostra camera da letto

E chi non ricorda della morte di Nancy Spungen (fidanzata di Sid Vicious) morta nella stanza n. 205? Il Chelsea era un luogo maledetto e naif, dove entrando avvertivi subito la presenza di spiriti vagare, in cerca di un contatto con il presente. Negli anni Sessanta gli artisti offrivano le loro opere al propietario Mr. Bard, in cambio di un posto caldo dove riposare.

I quadri del Chelsea

I quadri del Chelsea

Molti di quei dipinti e bizzarre installazione restarono appesi alle pareti sino al giorno della chiusura dell’hotel. Altre, si narra, andarono distrutte a causa di allagamenti che inzupparono le opere nascoste negli scantinati

La Hall dell'Hotel e le sue installazioni

La Hall dell’Hotel e le sue installazioni

“Qui tutti sembravano aver qualcosa da offrire -scrive Patti Smith nel suo libro Just Kids– e nessuno sembrava avere denaro” In quegli anni al Chelsea potevi imbatterti in senza tetto o in una tormentata Edie Sedgwick, che diede fuoco alla sua camera da letto mentre si ‘appiccicava’ le ciglia finte, a lume di candela, in preda allo speed…

Un appartamento del Chelsea

Un appartamento del Chelsea

Venti piani, 250 stanze, mille storie da raccontare, come quella di Jimi Hendrix, che vi soggiornò qualche notte prima di partire per l’Isola di Wight. Scendendo le scale eri rapito dai colori dei quadri appesi uno accanto all’altro, a creare un vortice di luce. Pensate che dentro alla camera 303 si trovava il negozio di un parrucchiere alternativo

La lunga scala del Chelsea!

La lunga scala del Chelsea!

Il Chelsea non era un semplice hotel: era una casa, un rifugio, un nido in cui lasciarsi andare alla propria creatività. Il soggiorno poteva costare dai 70 ai 100 dollari e a nessuno fu mai possibile sostare per più di 24 notti consecutive nella stessa camera. Le bizzarre regole di Mr Bard…

La Hall

La Hall

Marco nella Hall

Marco nella Hall

Fortunatamente, anche se l’hotel è stato chiuso nel 2011 resta come baluardo di glorie passate il mitico Chelsea Guitar, negozio di strumenti ubicato a lato della struttura.

Marco a caccia di chitarre...

Marco a caccia di chitarre…

Se viaggiate verso NY dovete assolutamente fare  tappa davanti a questo edificio. Gli spiriti del rock vi accoglieranno a braccia aperte…

___________________________________________________

CHELSEA HOTEL

222 West 23rd Street, Manhattan

(tra la Seven e l’Eight Avenue, vicino a Chelsea)

Share and Enjoy !

Shares

Author: Gloria Annovi

Giornalista pubblicista. Adoro cucinare ascoltando John Coltrane, colleziono cappelli e ho un debole per la decade degli anni Sessanta e Settanta, a cui mi ispiro nell’abbigliamento. Già speaker radiofonica, mi dedico alla musica e alla scrittura da diversi anni. La mia valigia? Grande e 'tappezzata' da adesivi rock

Share This Post On