VISITA IL MUSEO DELLA MUSICA DI BOLOGNA SCOPRIRAI MOSTRE, CONCERTI E LABORATORI

Spesso nelle città vado in cerca di musei dedicati alla musica. A volte rimango delusa, perché in molti casi sono luoghi anonimi e pieni di vecchi poster o spartiti, che abbinati ad una visita interattiva o a eventi live, potrebbero invece dare vanto al Museo e accrescere l’interesse dei turisti. Lo ha capito già da anni il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, che merita una segnalazione, perché è ubicato in un posto interessante e offre un cartellone di eventi stimolanti, a valorizzare il patrimonio in esso custodito. Il Museo propone un viaggio a ritroso nella storia della musica e mette in luce l’importanza dell’esperienza bolognese nell’arte della musica. A conferma del connubio tra questa città e la musica, nel 2006, Bologna è stata dichiarata dall’UNESCO Città Creativa della Musica. Oggi quindi vi poto a scoprire le meraviglie racchiuse in questo Museo!

UN PALAZZO DEL SETTECENTO CHE OSPITA ANCHE MOSTRE

Bologna Museo Musica

Foto di Gloria Annovi

Ha inaugurato nel 2004 ed è il risultato di un progetto culturale realizzato dal Comune di Bologna con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ ubicato in una magnifica costruzione cinquecentesca,  Palazzo Sanguinetti -prospiciente la centrale Strada Maggiore- donato alla città da Eleonora Sanguinetti nel 1986; il Museo è ricco di oggetti interessanti e di passaggio da una sala espositiva all’altra si possono ammirare strumenti, quadri, manoscritti, oltre agli affreschi datati fine Settecento ( di Pelagio Pelagi, Serafino Barozzi, Vincenzo Martinelli, Antonio Basoli) e riemersi dopo il restauro del palazzo. Ho letto che al piano terra del Museo, dove oggi sorge la biblioteca (usata anche per mostre), ha avuto la sua prima sede il corso di laurea DAMS. Non è quindi un caso che oggi questi spazi vengano sfruttati anche per mostre e laboratori dedicati ai più piccoli e incentrati sulla musica e la sua storia.  Tra le esposizioni passate segnalo quella dedicata alla storia del noto marchio Fender  e poi, “ILT Illumina le tenebre | Desideri complessi di un’Europa taciuta”mostra fotografica di Federica Troisi e Giovanni Lindo Ferretti.

SALA CONCERTI

museo bologna

La sala dei concerti del Museo

Non solo mostre a Palazo, ma anche conferenze, convegni, concerti e rassegne, organizzati dentro alle sale del museo durante tutto l’anno. Tra questi segnalo la rassegna estiva Wunderkammer, che abbina narrazioni musicali a visite guidate per scoprire i segreti custoditi nel Museo. Un modo di apprendere nozioni storiche e musicali in modo insolito e affascinante, che si conclude sempre con un concerto in una splendida sala del Palazzo Sanguinetti. Gli eventi sono a pagamento e si svolgono di solito al venerdì pomeriggio, intorno alle 18, prima del concerto -come vi dicevo-vi sarà data l’occasione di vedere questi oggetti dal vivo e la guida vi fornirà di notizie preziose (costo 10 euro).

Museo Musica Bologna 2

Una serata dedicata a Lou Redd, foto di gloria Annovi

Altro evento, questa volta autunnale, è  “Good Vibrations: il Novecento raccontato tra parole e musica”, organizzata in collaborazione con l’associazione “Rapsodia” nell’ambito della rassegna “Novecento“, dove scrittori e musicisti vi accompagneranno a riscoprire perle musicali e letterarie, oltre che a delinearne connessioni. Io sono stata ad una serata dedicata a Lou Reed, con le riletture musicali del duo “Acusting” e quelle legate alla letteratura a cura dello scrittore Andrea Tarabbia, che ha portato alla luce i legami tra il “Frankenstein del Rock” e la letteratura americana della seconda metà del Novecento. Consiglio di abbinare una visita al Museo ad un evento di questo tipo, così da poter scoprire nozioni storiche legate a strumenti o compositori, approfondire la visita e renderla più stimolante, conoscere nuovi artisti e compositori. Cercate a questo link gli eventi, mostre e rassegne in corso.

ARPE CROMATICHE E MAGNIFICI AFFRESCHI

Arpe

Foto di Gloria Annovi

Come vi dicevo io vi consiglio di visitare il museo prima di prendere parte agli eventi, perchè merita davvero una visita, non solo per gli ambienti (6 le sale affrescate che si trovano al primo piano e poi libreria e liuteria al piano terra), ma anche per quello che custodisce: strumenti particolari, raccolta libraria, quadreria, allestimento con oggetti della liuteria di Otello Bignam. Il percorso espositivo si divide tra gli spazi de: la biblioteca musicale, l’area eventi, i laboratori per la didattica e il foyer con le postazioni multimediali. Entrando si viene accolti da una magnifica scalinata monumentale, affrescata da Luigi Busatti e Francesco Santini ed illuminata dall’ovale della lanterna. Procedendo si entra finalmente nel vivo, con gli strumenti contenuti nella Sala Boschereccia (splendida e affrescata come fosse un bucolico giardino) e i suoi strumenti rari e preziosi in essa custodidi. Un esempio sono le arpe cromatiche (datate tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600), che vengono chiamate così perché, pur non avendo i pedali (innovazione introdotta nelle arpe classiche almeno un paio di secoli dopo), grazie ai loro ordini multipli di corde consentivano agli esecutori di produrre alterazioni di un semitono, rendendo possibile eseguire le note (per l’appunto) “cromatiche”.

IL PLEYEL DI GIOACCHINO ROSSINI E UNA STRATOCASTER OMAGGIO A BOLOGNA

Fender Stratocaster La Turrita

Fender Stratocaster La Turrita, foto di Floria Annovi

La collezione comprende anche strumenti preziosi, come gli otto pianoforti (cinque a coda e tre rettangolari) risalenti al XVII e XVIII secolo, fra cui il prezioso Erard del 1811 e il Pleyel del 1844 di Gioachino Rossini (I Pleyel furono strumenti molto amati da Frédéric Chopin) o la cosiddetta “spinetta di padre Martini” un pianoforte rettangolare Glonner del 1780, un pianoforte con corde pizzicate. Per i rocker all’ascolto segnalo invece la simpatica Fender Stratocaster “La Turrita, omaggio alla città di Bologna e al suo legame con la musica, mentre nella sala 5 troviamo i “Libri per musica e strumenti dei secoli XVI e XVII”.

FRATE MARTINI MOZART E FARINELLI

Museo Musica Bologna

Un’altra sala del Museo, foto di Gloria Annovi

Come vi dicevo nel Museo sono custoditi anche quadri e tra questi spicca quello che omaggia Frate Martini (ritratto da Angelo Crescinbeni), un francescano vissuto nel ‘700, musicologo e collezionista, a cui si deve gran parte del materiale custodito al Museo. Pensate che la sua biblioteca contava più di 17mila volumi e tra i suoi allievi anche un giovanissimo  Wolfgang Amadeus Mozart, che a 14 anni entrò all’Accademia Filarmonica anche grazie all’appoggio di Padre Martini. a lui è dedicata la sala 2 chiamata “Sala di Enea”, eroe troiano le cui vicende sono narrate attraverso i dipinti di Pelagio Palagi. Nel Museo trovate anche un ritratto di Mozart (sala 3 annessa alla 2), che durante l’estate del 1770 si fermò a Bologna (a Villa Pallavicini) per studiare, con quello che era considerato uno dei più grandi Maestri d’Europa, Frate Martini. Sotto al quadro che raffigura il pianista trovate la partitura che consegnò (2 delle 3, perché la terza è custodita all’accademia Filarmonica) per l’esame d’ammissione all’Accademia Filarmonica di Bologna e proprio legato a questo esame c’è un mistero, che vi lascio però scoprire grazie alla visita in loco. Altro artistalegato a Bologna è il celebre cantante castrato,  Carlo Broschi detto Farinelli (a cui è dedicata parte della sala 6), che visse a Bologna gli ultimi anni dopo essere stato cacciato dalla Spagna. Purtroppo la villa in cui visse (Villa Farinelli) è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale ma trovate la sua tomba al Cimitero Monumentale di Bologna, dove fu seppellito nel 1778.

 

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Museo della Musica orari

Martedì – venerdì 9.30-16

Sabato, domenica e festivi 10-18.30

Museo della Musica prezzi

Intero €5, ridotto €3, gratuito la prima domenica del mese

Incluso nella bologna Welcome card

 

 

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Author: Gloria Annovi

Giornalista pubblicista. Adoro cucinare ascoltando John Coltrane, colleziono cappelli e ho un debole per la decade degli anni Sessanta e Settanta, a cui mi ispiro nell’abbigliamento. Già speaker radiofonica, mi dedico alla musica e alla scrittura da diversi anni. La mia valigia? Grande e 'tappezzata' da adesivi rock

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