La TOP5 di Costanza Paternò

5 domande, proposte ad artisti o addetti ai lavori. 5 suggerimenti che ci portano a scoprire le location preferite da giornalisti o artisti del panorama internazionale. UNA TOP FIVE per passare il tempo a suon di musica

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La nostra nuova ospite si chiama Costanza Paternò e nel 2016 è uscito il suo primo disco solista. Nata nel Friuli Venezia Giulia, ma siciliana d’adozione, Costanza è diplomata in canto jazz, è stata insigne del Premio per la canzone d’autore “Fabrizio De André” nel 2010 e divide la sua passione tra la musica, teatro e sperimentazione.

Dopo alcune performance estive che l’hanno vista esibirsi in giro per la Sicilia, Costanza si appresta adesso al suo primo tour promozionale. Il 22 settembre 2016 è uscito il suo primo album solista dal titolo “Incostanza”, in cui è affiancata dai Dounia e da tanti carissimi amici musicisti. L’album è stato anticipato dal video del singolo “Amare Parole

 

Licenziato dalla neo-nata etichetta Rocketta Records, l’album raccoglie 12 canzoni cantate prevalentemente in italiano, ma anche in inglese, francese e spagnolo, ed è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione dei Dounia, band italo-palestinese tra le più apprezzate della scena world music.

Ecco i suoi consigli di viaggio!

Il miglior festival a livello internazionale e il miglior live club?

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Un primo piano di Costanza

 

 

Fossi una donna di mondo e che fa perennemente nuovi ascolti e grandi scoperte musicali potrei dare una risposta coerente alla realtà che mi circonda, ma visto che vivo il poco tempo nel mio luogo comune -e resto poco avvezza all’uso perenne del web- posso darvi l’informale versione del mondo che mi circonda, raccontandomi dal mio nebbioso universo.

Il miglior festival a cui abbia mai partecipato era il Festival Du Riou. Si svolgeva in Francia in una zona verdeggiante e prettamente agricola, l’Ardèche, tra fiumi, valli e montagne in sperdute fattorie. Era un festival completamente gratuito ed autofinanziato. Gratuito perché non si pagava nulla per campeggiare, ascoltare, vedere; autofinanziato perché era un unione collettiva di forze. Fonici, cavi, mixers, cantanti, musicisti, attori, registi,proiettori, luci, ballerini, tecnici, fotografi, muratori ecc. si aggregavano per tre giorni nella casa in mezzo ai campi di un conoscente che in cambio di qualche riparazione al tetto forniva anch’egli gratuitamente elettricità, acqua e accoglienza. L’unica cosa da portare (non obbligatoriamente) per i fruitori del festival, era un contributo in cibo o alcol per allestire un banchetto perenne al quale attingere liberamente tutti!!! Nata come una cosa tra amici dove l’unico vero compenso era lo scambio, la festa, l’amicizia e il tempo passato assieme, e poi diventato sempre più grande ed importante per chi lo conosceva o per chi si aggiungeva, il Festival Du Riou senza nessuna pubblicità e senza nessun soldo mi ha offerto la musica e gli spettacoli e la qualità audio migliori che io abbia mai sentito in vita mia. Ne parlo al passato perché dopo 10 anni e dieci edizioni miracolose il festival si è dato la morte nel 2007 dato che stava iniziando a diventare troppo ingombrante per essere retto. Ci sarebbe da parlare tanto… di differenze sostanziali di stato sociale, di mentalità e di cultura, si potrebbero aprire grandi capitoli di storia e geopolitica per spiegare un fenomeno così incredibile come 10 anni di festival internazionale senza l’ausilio del denaro, ma vi dirò soltanto che quest’esperienza mi ha dato la misura di come la volontà e l’amicizia superino ogni barriera e di come tutto sia possibile senza inutili vanità.

Un negozio di dischi imperdibile?

Dischi ai concerti

Dischi ai concerti

Nonostante mi fossi ripromessa di comprare un disco al mese per la discoteca di mio figlio… non vado in un negozio di dischi da un infinità di tempo!!! Però dischi nuovi me ne sono capitati. Ho una collezione di introvabili dischi comprati rispettivamente al concerto di: Bob Corn, Marta Raviglia, Naomi Berriel, Flavio Pirini, Sofia Ribeiro e tanti altri. Il mio negozio imperdibile sono i concerti live

Music & food: dove ci inviteresti? (per assaporare questo connubio)

Foto by Costanza Paternò

Il disco di Costanza Paternò servito a tavola

Io credo che il cibo e la musica non vadano così necessariamente d’accordo. Forse sono una donna atipica ma riesco a fare poche cose alla volta e desidero un po’ di concentrazione quando mi accingo ad ascoltare qualche cosa e, a meno che non si tratti di una sagra di paese dove è la festa locale che ci abbuffa goliardica di cibi a volte scadenti e musiche a volte inaudibili. Preferisco separare il tintinnio della forchetta dall’ascolto di buona musica. Perché se non si ascolta buona musica che musica bisognerebbe ascoltare? Il sottofondo mi rattrista perché questa buona musica viene usata come contorno floreale e non poter chiacchierare anche animatamente con il mio commensale mi esaspera. Quindi io divido o gusto  o udito a meno che non si tratti di una festa dove si mangia si beve e si balla allegramente!

Musical tour: luoghi e tappe consigliati?

Tappe per un tour? Avete da suggerirne? Io a novembre girerò un po’ l’Italia. Comunque penso che una delle migliori accoglienze sia stata quella dello Zoo Tv di Brucoli (ottima tequila) e quella del Sincero Festival di Palazzolo Acredine (Sicilia)

La colonna sonora ideale per il tuo viaggio

“Eras” Juana Molina

 

 

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Author: Gloria Annovi

Giornalista pubblicista. Adoro cucinare ascoltando John Coltrane, colleziono cappelli e ho un debole per la decade degli anni Sessanta e Settanta, a cui mi ispiro nell’abbigliamento. Già speaker radiofonica, mi dedico alla musica e alla scrittura da diversi anni. La mia valigia? Grande e 'tappezzata' da adesivi rock

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