Ciao 2016

NELL’iPOD: STOOP “We carry the Fire” dall’album “Somewhere”

ITINERARIO: Il nostro 2016

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31 dicembre 2016, il giorno dei bilanci.

Questo 2016 è stato un anno davvero nero per la musica e da un certo punto di vista sono felice di lasciarmelo alle spalle. Ma nello stesso tempo ho paura di vedere cosa ci riservera il 2017. Ricordo perfettamente quando abbiamo appreso della morte di Bowie, era una fredda giornata di gennaio (il 10 per la precisione) e io ho pianto ascoltando il tg alla radio.

Un murale dedicato a Bowie a Brixton

Un murale dedicato a Bowie a Brixton

Ma era solo l’inizio. I nostri eroi ci hanno lasciato uno dopo l’altro, mentre io e Marco tracciavamo nuovi itinerari di viaggio, famelici di entrare per pochi attimi nelle vite delle nostre amate rockstar.

E così, abbiamo percorso nuovamente la via di Denmark St. (Londra) per berci una birra all’ex Gioconda (oggi riaperto sotto il nome di Flat Iron At Gioconda), il club in cui si mormora, che Bowie abbia creato il suo alter ego Ziggy Stardust.

Il comodino di Jimi

Il comodino di Jimi

Per poi entrare nella casa londinese di Jimi Hendrix (a Mayfair) e rendere omaggio al grande George Martin (scomparso l’8 marzo 2016) in quel di Abbey Road.

Il nostro magical mistery tour

Il nostro magical mistery tour

Ho viaggiato su di un bus giallo chiamato “Magical Mistery Tour Bus” per le vie di Liverpool, dormito al Penny Lane Hotel, rivisto la mia amata California, il deserto di Joshua Tree, dove, negli anni Sessanta Glenn Frey (scomparso il 16 gennaio 2016) -sotto l’effetto di acidi e alcol- ha avuto l’apparizione di una gigantesca aquila. Che determinò la scelta del nome della sua band: “Eagles”.

Giamma, Joshua tree

Giamma, Joshua tree

Ho guardato le onde dell’Oceano a Santa Monica, dal molo, pensando che baciassero la fronte al mio caro Keith Emerson (scomparso proprio a Santa Monica il 10 marzo 2016)

Salvation Mountain, foto di Marco

Salvation Mountain, foto di Marco

E poi abbiamo cercato i dischi dell’ora compianto Prince in un mercatino dell’usato, indossavo la maglia di Sharon Jones, una cantante di musica soul che ci ha lasciati solo un mese fa.

Ne avevamo parlato anche a Copenhagen, mentre ci lasciamo andare al suono della musica psichedelica. Mi piace pensare, che ogni viaggio che abbiamo fatto in questo 2016, sia stato mosso dall’amore-e non dal ricordo- per la musica che ci rende ogni giorno più vivi e sereni.

live set

La stessa che, abbandonandoci lascia sulla terra vuoto e barbarie. Mi sento in colpa per ogni attimo che ho sorriso in questo 2016, perchè tante persone a me care hanno sofferto e non vedono l’ora di lasciarselo alle spalle.

Marci e Marco, Liverpool sulle tracce di Ian

Marci e Marco, Liverpool sulle tracce di Ian

Così, mentre creo l’album dei miei ricordi 2016, ascolto una canzone degli STOOP che mi emoziona tantissimo “We carry the Fire” (noi portiamo il fuoco). Faceva parte di un corto fatto da miei amici, ispirato al libro “The Road” di Cormac McCarthy.

Copenhagen, foto di Gloria

Copenhagen, foto di Gloria

Una storia apocalittica, dove il fuoco, appunto, rappresentava la vita che ricominciava a ‘vibrare’ dalla polvere.

So che gli spiriti del rock ci guardano e ci guidano dalle tenebre e so che il loro fuoco brucerà per l’eternità…

Senza paura. Che sia un meravigliso 2017 per tutti voi amici cari!

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Author: Gloria Annovi

Giornalista pubblicista. Adoro cucinare ascoltando John Coltrane, colleziono cappelli e ho un debole per la decade degli anni Sessanta e Settanta, a cui mi ispiro nell’abbigliamento. Già speaker radiofonica, mi dedico alla musica e alla scrittura da diversi anni. La mia valigia? Grande e 'tappezzata' da adesivi rock

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